“Per i primi quindici anni della mia vita m’è capitato di vivere in seno a una società fondata sull’abilità manuale e l’innocenza del cuore. Una società dove il rispetto del lavoro vigeva con la maestà e l’energia d’un sacramento inviolabile. Ne erano membri sarti e calzolai, artigiani e pastai, falegnami e barbieri, tutto un esercito di “mastri” che al chiuso o all’aperto, meno per bramosia di guadagno che per rovello di perfezione, manovravano dall’alba al tramonto con aghi, scalpelli, martelli, spatole, rasoi, cazzuole, o con qualunque altro arnese di legno o di ferro servisse ad assottigliare, farcire, ammorbidire, scolpire, in una parola a lavorare, una consenziente o recalcitrante materia, “figli del lavoro”, appunto, era il nome del sodalizio di artigiani dove fui a lungo di casa….”
Gesualdo Bufalino “La civiltà della bottega”
“Nel mio continuo cercare mi sono sentito uno sciamano, un vecchio scrivano medievale mentre per vent’anni ho cercato di dipanare e stratificare nella mia mente le innumerevoli civiltà che sentivo piano piano affacciarsi sul palcoscenico dell’umanità (…) In queste opere, nelle mie opere, ho tagliato attraverso i secoli per creare delle immagini d’uomo che comprendessero tutte le civiltà e tutte le umanità possibili”
M. Cassisa
"Pochi e giustamente si' poveri che non avevano bastato a far da sè un'opera così fatta, ossia la sinagoga, tanto che adattarono il tempio di uno degli dei. Poi, ricchi devenuti, ebber case e possessioni e s'insediarono nella città"
Giovan Francesco Pugnatore, "Historia di Trapani", 1595
«Tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si può paragonare a nulla». Dominique Vivand Denon, “Voyage en Sicilie”, 1788
Diario di bordo di un'insegnante - guida turistica sui generis
Enea, mitico fondatore di Roma, approda in Sicilia: legami indissolubili e origini comuni
Come i dati emersi dalle ultime campagne di scavo stravolgono la lettura della storia di Selinunte
Forse non tutti conoscono la storia che si cela dietro alla costruzione di quattro degli emblemi più belli della religione cristiana in Occidente: Le Cattedrali di Palermo, Cefalù e Monreale, ma anche la chiesa della Martorana.
Quando vedi la cima del monte Erice coprirsi di un manto di nebbia, la leggenda vuole che sia Venere, dea dell’amore, che torna ad abitare la sua casa.
Nella seconda metà del XIX sec. uno studioso inglese, Samuel Butler, si accostò allo studio dei poemi omerici in lingua originale, cioè in greco, scrollandosi da ogni sovrastruttura di pensiero e ponendo in discussione delle certezze assodate da millenni.